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mercoledì 19 gennaio 2011

Tunisia: Tourismo e Aventura

OkNotizie
Il Sahara Tunisino è una regione poco battuta del Turismo che racchiude bellezze naturali uniche nel suo genere grazie all’incredibile varietà di paesaggi desertici che può offrire ad un visitatore attento. A causa del boom turistico della vicina Libia, a cavallo degli anni tra il '96 ed il 2000 questa regione non è stata coinvolta dalla massificazione del turismo Sahariano, ed ancora oggi essa si presenta quasi totalmente intatta e scevra dai fenomeni di affollamento che invece caratterizzano le regioni sahariane più classiche grazie anche ai severi vincoli militari che ne regolano l’accesso. Questo viaggio inizia là dove terminano i comuni viaggi organizzati, e conduce ad un Sahara che ancora sa donare emozioni uniche di intimismo e riflessione, silenzio e vento: il Paese delle Sabbie Bianche.

A torto sottovalutato e poco considerato per via della sua relativa vicinanza e facilità di accesso, il Sahara Tunisino offre quindi spunti di ineguagliab ile bellezza, oltre che itinerari di elevata difficoltà tecnica sui fondi più diversi, dalla pista classica al fuori tracciato tra colline sabbiose che nulla hanno da invidiare alle grande guglie delle depressioni desertiche libiche ed algerine.


L’assenza quasi totale di turismo ha inoltre in gran parte salvaguardato le popolazioni autoctone, che in queste terre ancora transumano lungo rotte e carovaniere invariate dalla notte dei tempi. Tuaregh del Nafoussah libico, M’razigh Algerini, Wergammha, R'baia pascolano con le loro mandrie nelle radure tra le dune di Djebil, nelle grandi spianate ad est di Bir Pistor o nelle immense vallate interdunarie intorno a Zeml et Bhorma.


Vestigia storiche di incommensurabile fascino costellano tutta la regione tra Remada e Tiaret, dai villaggi Berberi abbandonati alle opere di irrigazione intorno ai centri ormai deserti lungo le carovaniere risalenti dal Fezzan. Siti archeologici sconosciuti si estendono nelle lande desolate, là dove intere foreste di euforbiacee fossili si innalzano dalle sabbie ocra come vessilli, lontano dagli sguardi di ignari viaggiatori in viaggio verso il sud. Picchi di arenaria erosa dal vento che si ergono come scogliere ciclopiche assediate da un maremoto di sabbie candide a pochi passi dalle piste più conosciute, offrono punti di osservazione inimmaginabili. E poi pozzi, pozzi abbandonati e non, con la loro storia antica e recente di uomini e di sete, le loro leggende, i loro marabutti.



La Tunisia si sta proponendo da tempo e con sempre più forza come meta di viaggi e vacanze, soprattutto estive, prevalentemente marine. Ma la Tunisia è anche altro, e parte delle sue bellezze e dei suoi tesori sono lontani dal mare. Quello che vi proponiamo è un viaggio alla scoperta del deserto tunisino, l’Erg orientale, un itinerario adatto sia agli amanti del deserto e delle sue atmosfere, sia ai neofiti. Consigliato in autunno e in primavera (d’estate le temperature possono superare i 40 gradi).
Le varie tonalità delle sabbie dell’Erg Orientale formano un puzzle dai colori unici, fino al tripudio delle bianche colline di Bordij El Kadhra, dove la magia sinuosa delle grandi ghurdas di sabbia dai colori di pallida luna si specchia insieme ai giunchi nelle acque cobalto di un lago, là dove il silenzio regna sovrano, a poche decine di chilometri dalla libica Gadamesh e dall’Algerina Deb Deb.

Tutto lo spazi
o vuoto ed immenso non si chiama per sbaglio deserto. Nel sud tunisino non bisogna viaggiare per molto tempo per immergersi in pieno Sahara. A Douz, città originale e di aspetto particolare, proprio delle tribù combattive dei Mrazig, il Sahara è alla soglia del vostro albergo. Il deserto è là, attorno a voi. L’orizzonte che offre vi attira. Nella regione dei grandi percorsi, il silenzio è grande e l’immensità è un appello alla partenza. Quindi inquietudine? Richiamo? E’ l’invito ad immergersi nel deserto che vi affascina.Il deserto non è il mare senza gavitelli nè ammaraggi più ci si inoltra nel cammino e si cancella il tempo, meno si giunge a disegnare degli itinerari precisi. Là i Mehari vi attendono. I safari vi invitano a partire nell’immensità dei grandi percorsi, garantendovi le delizie e la straordinaria gioia dell’avventura, con la necessaria sicurezza del ben navigare a dorso di dromedario, vero vascello del Sahara, negli abissi di sabbia. L’esotismo è totale. Là ci sono i tre deserti, mescolati.Il deserto di sabbia fine che sale ostinatamente verso Douz, dove il vento scolpisce dune di sabbia regolarmente modellate dalla tormenta sahariana. Il deserto di sale, dove non si scorge assolutamente anima viva, ma solamente dei castelli riflessi sulle superfici speculari dei cristalli, creati dai miraggi. Il deserto di steppa grigiastra, dove spunta una strana vegetazione che va dalla ginestra al tamarindo. Qui l’aria è pura e leggera. Lo spazio non rivela nulla salvo l’immensità del vuoto: là ci si scopre. Il vuoto diventa sensazione. All’incrocio delle piste fra le dune e le alture, sulle strade infinite si incontreranno pastori, giramondo, cammellieri non troppo frettolosi e all’orizzonte gli armenti dei dromedari che si stagliano sul fondo come affreschi rupestri. Di tanto in tanto si scorgono le oasi come isole sperdute in un oceano di sabbia. Il Sahara è senza confini. Il piacere di avventurarsi è grande quando ci si sente lontani dai pericoli. Poichè il Sahara tunisino costituisce uno dei grandi spazi fra i più sicuri.
Da Gabès in poi lasciata la costa ci si addentra nel deserto e il paesaggio si fa, via via, più arido. Tappa obbligata lungo il percorso è il villaggio ‘troglodita’ di Matamata, case scavate nella roccia e nome noto ai cinefili, perché in questo antichissimo villaggio berbero George Lucas girò nel 1977 la prima saga di Guerre Stellari.
Dopo Matamata, che è uno degli ultimi centri abitati, sarà più facile incontrare dromedari che esseri umani lungo i 250 km di paesaggio assolutamente desertico che ci separano dall’oasi di Ksar Ghilane, la porta principale sull’Erg Orientale, punto di partenza e di arrivo dei rally nel deserto. Vi consigliamo di soggiornare a Ksar Ghilane non meno di due notti per poter assaporare il silenzio, i colori e i sapori del deserto. Qui troverete soltanto accampamenti di tende, il più confortevole e di ‘lusso’ è sicuramente il Pansea che è bene prenotare con largo anticipo.

Dopo questo ‘bag
no’ di deserto è ora di rientrare, ma il viaggio non è ancora concluso. Si risale verso Nord, direzione Kebili, il villaggio che si affaccia sul Chott El Jerid, il grande lago salato che ci separa da Tozeur, nostra ultima tappa, cantata anche da Franco Battiato. Attraversare i circa 200 km del Chott el Jerid è come attraversare un paesaggio lunare, un orizzonte infinito e cangiante, da cui Tozeur e la sua oasi di palme da dattero appaiono proprio come un miraggio.
Il grande Sahara, proprio come lo abbiamo immaginato, con i suoi spazi infiniti, i suoi colori intensi, con le dune che si infilano lontano nel cielo, ed i miraggi. Una carovana di cammelli cammina lenta alla ricerca della vita. E dopo il deserto la dolcezza dell’isola di Djerba, con il sorriso spontaneo della sua gente, il suo colorato porto di pesca, i villaggi che sonnecchiano sotto il sole, le spiagge immense, i ristoranti di pesce!

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